Il MILAN spaventa la Juve per un’ora. Errori, cali fisici e la qualità dei bianconeri interrompono il sogno. Ora però…

È’ durata poco più di un’ora l’immagine di un Milan volitivo, compatto, attento, al cospetto della squadra più forte, quale è a tutti gli effetti la Juventus, come certificato da numeri e statistiche, per di più nella propria roccaforte. Non bastasse la difficoltà del match, i rossoneri si trovavano di fonte una squadra capace di non subire reti da innumerevoli partite, con il gap, lo svantaggio di avere il proprio attacco spesso spuntato e privo di una prima punta che a dieci giornate dalla fine fosse andata in doppia cifra nella classifica marcatori. Gli uomini di Gattuso hanno però disputato un incontro a lunghi tratti spavaldo, capaci di far indietreggiare i pluricampioni d’Italia a più riprese, procurandosi occasioni, ripartenze fallite nell’ultimo passaggio, colpendo malaugurate traverse . La Juve ha poi sfruttato la qualità della sua panchina, unita alla buona dose di fortuna che agevola i migliori, ma Rino Gattuso farà tesoro di quei primi sessanta minuti, così come i suoi ragazzi degli errori (Biglia, Calhanoglu, Silva, Bonavenura e perché no, Gigio) di piazzamento, passaggio, indolenza costati la sconfitta con un punteggio alla fine senz’altro bugiardo. L’espressione del tecnico milanista a fine gara non ha lasciato dubbi o perplessità: il Milan di ieri sera ci ha creduto, fino a cedere poi fisicamente e a causa di colpevoli sbavature, in quelle che Rino definisce spesso ‘imbucate’ che se ben effettuate avrebbero prodotto effetti devastanti sull’atteggiamento, anche tattico, dei bianconeri, abili a fiutare il calo di tensione dei rossoneri e stimolati a schierare tutte le loro bocche da fuoco nel finale. Il Derby incombe: pochi giorni per ridare energie fisiche, ma soprattuto psicologiche ad una formazione che ha rincorso il campionato dall’inizio del 2018 e che non può vedere scappare il terzetto delle antagoniste alla Champions proprio in prossimità dello strappo finale.

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