GATTUSO appeso ad un filo. Sabato a SAN SIRO per VINCERE e CONVINCERE.

Vincere e convincere. Si’,  perchè sabato sera per gli uomini di Mister (almeno per ore) Gennaro Gattuso non sarebbero sufficienti solo i tre punti, comunque fondamentali in ottica quarto posto, avversaria la Spal di Semplici. La priorità è convincere con un gioco che fino ad ora è stato sterile e con una manovra esageratamente lenta. Del resto Rino è abituato a questi momenti buii. Nella sua carriera ne ha passate tante e anche oggi, alle porte di un ennesimo “quasi” esonero, proverà fino alla fine a riconquistare una piazza che fino ad ora ha sempre creduto in lui. Partendo dalla Dirigenza, che fino ad oggi ha supportato il Mister nei momenti di difficoltà, confermando sempre a spada tratta la fiducia all’ex compagno di campo rossonero. Fiducia che ora sembra traballare più del solito. Un velato silenzio avvolge la Società di Via Aldo Rossi dopo lo scialbo pareggio di Frosinone e per i più pessimisti è un chiaro segnale che porterebbe a un divorzio prematuro. Una separazione che farebbe molto male, perchè Ringhio, come simpaticamente e dolcemente veniva soprannominato il Gattuso giocatore, è entrato subito nei cuori dei tifosi anche da allenatore. Basti pensare a come viene puntualmente scandito a squarciagola il suo cognome da tutto lo stadio Meazza nelle partite casalinghe. Pesa e non poco un filotto a secco di reti che fa male, un record negativo che porta addirittura all’anno 1984. I suoi ragazzi, come a lui piace definirli, lo stanno tradendo, sportivamente parlando. Lui, che ha sempre puntato sulla gestione emotiva del gruppo. Il primo della lista è sicuramente Gonzalo Higuain. L’uomo della svolta, che mai come in questo momento è in uno stato psicologico approssimativo. Hakan Calhanoglu invece, in qualche modo cresciuto e protetto dal tecnico rossonero, reduce da una seconda parte della scorsa stagione da applausi, sta tradendo tutte le aspettative con prestazioni anonime. E anche se di alibi  Rino fa fatica a parlarne, non si può non parlare di una sfortuna folgorante . Mai così tanti infortuni in casa rossonera come quest’anno hanno fatto si’ che il modulo e gli interpreti cambiassero continuamente. Sarà dunque il campo a decidere cosa ne sarà del tecnico calabrese, quel campo che da giocatore avrebbe mangiato in un sol boccone.

 

Fonte foto: fantagazzetta.com

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