Riviviamo il 2018 nerazzurro: dal ritorno in Champions League, agli acquisti top e flop, passando per il sogno Modric all’arrivo di Marotta con il giovane Zhang presidente
CRISI DI RISULTATI: avvio poco convincente e una striscia di risultati negativi poco utili alla classifica.
L’Inter targata 2018 inizia l’anno peggio di come lo aveva terminato. Se le sconfitte contro Udinese e Sassuolo e nel derby di Coppa Italia facevano pensare ad un’incidente di percorso ci si sbagliava. I nerazzurri disimparano a vincere e rifilano una serie di inutili pareggi che non smuovono la classifica e lasciano l’amaro in bocca, visti gli avversari: Fiorentina, Roma, Spal e Crotone anticipano la disastrosa trasferta di Genoa che mette in risalto tutte le difficoltà del momento e che conclude un ciclo di partite mal gestite da tecnico e giocatori.
BROZOVIC, RAFINHA & CANCELO: gli uomini della rinascita nerazzurra.
Spalletti trova conferme e una certa solidità di formazione: Brozovic si riscopre regista e passa da scarto a titolare inamovibile, Rafinha recupera condizione e fiducia dopo esser rimasto fermo ai box per colpa di un infortunio in terra catalana e Cancelo diventa l’arma offensiva in più della squadra nerazzurra.
Sono loro i tre principali principi della risalita in classifica che permetterà all’Inter di tenere il passo sulle inseguitrici al sogno Champions.
GARRA CHARRUA: finale stoico con la conquista della Champions all’ultimo respiro.
All’ultimo respiro l’Inter agguanta la Champions in una serata da Oscar: si ritrova con un risultato utile su tre nello scontro diretto contro la Lazio che può regalare l’accesso alla Champions League. L’Inter soffre, va sotto una volta, agguanta il pareggio, ritorna sotto e da squadra pazza com’è ribalta il risultato nei minuti finali, prima con un rigore di Icardi e poi con Vecino che “la prende” e lascia il segno nella storia recente nerazzurra.
PLUSVALENZE E NAINGGOLAN : l’esigenza di far quadrare i conti e il primo acquisto da copertina.
L’Inter entra definitivamente in Champions ma non si scrolla il Financial Fair Play. Dopo aver raggiunto il traguardo non arrivano gli scontati riscatti di Rafinha e Cancelo. Quest’ultimo passa addirittura alla Juventus mentre il brasiliano ritorna a Barcellona. Si passa così un giugno sotto il segno dell’autofinanziamento e delle plusvalenze: i giovani vincenti nerazzurri della Primavera vengono smistati e ceduti con formule fantasiose per far sì che i conti possano tornare.
Il sacrificio più importante riguarda il promettente Zaniolo che passa alla Roma (insieme a Santon) in cambio del belga Radja Nainggolan.
ACQUISTI: procede la campagna acquisti nerazzurra, tra il sogno Modric e l’arrivo di Politano.
Dopo aver raggiunto i famigerati quaranta milioni di plusvalenza l’Inter torna alla carica e si precipita sul mercato per il principale obbiettivo estivo: il rafforzamento della rosa. Arrivano uno dietro l’altro De Vrij e Asamoah a parametro zero, Vrsaljko, Lautaro Martinez, Keita, il già citato Nainggolan e l’italiano Politano.
Inseguito e corteggiato fino all’ultimo istante, il neo vice campione del mondo Modric rimane a Madrid per sopperire alla già avvenuta cessione di Cristiano Ronaldo passato dal Real Madrid alla Juventus.
AGOSTO AMARO: esordio da dimenticare in campionato da cui emergono le prime insicurezze.
Falsa partenza per gli uomini di mister Spalletti che escono sconfitti nella prima giornata di campionato contro il Sassuolo e si fanno raggiungere dal Torino, in casa, dopo esser passati in vantaggio per due reti. Arrivano i primi mugugni verso Spalletti e le perplessità di una rosa incompleta. L’eurogol di Dimarco e la conseguente sconfitta contro il Parma precede l’esordio in Champions contro il Tottenham.
GIRONE DI FERRO, STRISCIA VINCENTE E STEVEN PRESIDENTE
sorteggio sfortunato condito dall’inizio di un filotto di vittorie importanti in campionato.
Dall’urna di Nyon l’Inter risulta esser poco fortunata ma già certa di una severa condanna. La quarta fascia infatti non perdona e dalle “palline” escono Barcellona, Tottenham e PSV. Parte bene l’avventura in Champions che regala la vittoria in extremis contro il Tottenham e a Eindhoven. Contro il Barcellona arriva un punto in due partite per poi perdere in un solo colpo secondo posto e scontro diretto proprio contro il Tottenham.
In campionato invece, insieme all’atteggiamento, cambiano anche i risultati: l’Inter si riscopre bella nel recupero e porta casa i tre punti allo scadere contro Sampdoria, Spal, Fiorentina ma soprattutto nel derby della Madonnina.
A stagione in corso però, l’Inter, accompagna le sue vittorie con il cambio presidenziale: via Thohir (che si tiene il 30% della Società) e dentro Steven Zhang che diviene così il più giovane presidente della storia nerazzurra.
FINALE SCOPPIETTANTE: gli scontri diretti, il rammarico Champions, l’arrivo di Marotta e la grana Nainggolan.
Difficile prevedere un finale peggiore di questo. L’Inter non reagisce e lascia a casa personalità, carattere e mentalità: infortuni vari non aiutano mister Spalletti, ma la mancata qualificazione agli ottavi di Champions pesa come un macigno.
In casa, davanti a 65mila spettatori e contro un PSV già eliminato, l’Inter, non riesce a vincere e retrocede così in Europa League. Così come contro Roma e Juventus si dimostra ancora troppo piccola contro le big e in grandi palcoscenici.
L’arrivo di Marotta nello stesso giorno della definitiva sentenza relativa allo scudetto 2005/2006 sottratto ai bianconeri riporta sorriso e speranze sul volto dei tifosi nerazzurri e con lui i primi provvedimenti: Nainggolan, infatti, viene sospeso dall’attività agonistica causa ritardo in allenamento.
L’anno si risolleva con le ultime prestazioni vincenti, ma si complica soprattutto fuori dal campo dove l’Inter rimane costretta a privarsi dei propri supporters a causa degli scontri e degli atti discriminatori, durante e nel pre-partita di Inter-Napoli.
Fonte foto: www.footballnerds.it