O capitano! Mio capitano!

Un polverone, l’ennesimo in casa Inter. Dall’arrivo di Marotta sembra che in casa nerazzurra sia passato un uragano, pronto a spazzare via comportamenti, attitudini e stili che a quanto pare, in una grande squadra che vuole ambire a competere tra le grandi, non dovrebbero esserci. Archiviato il caso Nainggolan (multa, momentaneamente sospeso e poi reintegrato per un ritardo) e il caso Perisic (sul mercato, rimane, parte, se ne va, non si sa) ora tocca al capitano Mauro Icardi. Anzi, ex capitano.
La notizia è di quelle clamorose, soprattutto se arriva nel bel mezzo della stagione, a margine di una partita di coppa e con un stagione partita male, recuperata e che rischia solo di peggiorare. Ora c’è il cambio di fascia, quella che, in teoria, dovrebbe rappresentare per valori, sentimento e attaccamento i colori, la storia, il club ed i tifosi. Quei tifosi che più volte si sono divisi tra chi lo criticava aspramente per il suo atteggiamento poco professionale fuori dal campo (autobiografia in primis) e gli “Icardiani”, pronti ad elevarlo per quello che è riuscito a raggiungere, in termini di gol, in così poco tempo. Una mossa strana, che ha spinto il giocatore stesso a non presentarsi per la trasferta di Vienna, valevole per l’andata dei sedicesimi di finale dell’Europa League.
Un giocatore che in campo ha dimostrato a suon di gol di essere uno dei gli attaccanti più prolifici nell’intero panorama europeo, dalla classifica capocannoniere vinta per ben due volte in Serie A all’esordio in Champions con gol. Mai come quest’anno poteva e doveva essere l’anno della sua consacrazione, eppure qualcosa è andato storto, un qualcosa che forse mai nessuno riuscirà a capire, tra comportamenti poco in linea con l’essere capitano e una serie di dichiarazioni non proprio consone della moglie-agente Wanda Nara pronta a destabilizzare l’ambiente nerazzurro.
“Se non la ami quando perde, non amarla quando vince”, scriveva Mauro Icardi dopo la sconfitta in casa contro il Bologna di un paio di settimane fa. Forse, è il caso di ripetere la lezione.

Fonte foto: eurosport.com

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