MUSACCHIO e KESSIE sulla ruota di GATTUSO. Quanti colpevoli nello sfottò ad ACERBI. Ora attenzione ai giudizi di chi non sa che…
Una partita, quella andata in scena domenica sera tra Milan e Lazio, destinata a protrarsi oltre i sei minuti di recupero concessi dall’arbitro Rocchi. Quella ruota che nella vita gira per tutti, come aveva tenuto a ricordare Gattuso a Landucci, il vice di Massimiliano Allegri, al termine del burrascoso Juventus – Milan, riporta in auge Mateo Musacchio, il centrale argentino ormai partner di reparto in pianta stabile del capitano Romagnoli. Il difensore artefice dell’intervento sconnesso ai danni di Dybala allo Stadium di Torino, costato carissimo ai rossoneri, si avventura nell’area laziale e si procura il rigore che al secondo episodio controverso il direttore di gara assegna senza esitazione. Ma la ruota è girata anche per Frank Kessie, come abbiamo avuto modo di esprimere a mister Gattuso nella conferenza stampa post partita: passata la bufera dell’incresciosa lite in panchina con il compagno di squadra Biglia, scontata la multa e lo stop ‘scientifico’ ai box, l’ivoriano si prende per due volte (la prima, viene scongiurata dal VAR) la briga di assumersi la paternità del rigore da calciare, con buona pace del contendente Piatek. Kessie, calcia, spiazza il portiere e la palla da pesantissima diventa leggera nei tocchi che chiudono il match e congedano la prestazione di Frank da protagonista ritrovato. Purtroppo si racconterà anche dei minuti successivi al triplice fischio, prolungato, agognato dell’arbitro Rocchi. In tribuna stampa siamo colti da quell’improvviso accenno di rissa, scatenata da un affondo causato a Suso, preso alla sprovvista dall’avversario Luiz Felipe, con conseguente parapiglia che vede Rino Gattuso dimenarsi su più fronti per sedare ogni tentativo di vendetta personale. Il successivo, spiacevole, comportamento di Bakajoko e Kessie, prima condannato dal punto di vista sportivo dal tecnico rossonero e ridotto nei termini dall’intelligente Igli Tare, ha fatto il resto e consegnato a ben pensanti, giudici, predicatori e falsi perbenisti il seguito di un fatto che doveva finire in quel momento o comunque con le scuse, subito esposte da parte dei due rossoneri. Ora il Milan ha tenuto a fornire una precisazione ‘ufficiale’ a chiarimento dell’episodio, ma anche le esternazioni di Ciro Immobile e le intemperanze (consuete) di Simone Inzaghi dovrebbero comunque essere arginate nei toni e nelle manifestazioni. La speranza, che crediamo vana, sia quella di tornare a commentare la lotta per i preziosi posti Champions, senza rincorrere facili e poco uniformi deferimenti disciplinari. Le sentenze e i castighi più incisivi saranno quelle di tecnici, uomini e motivatori come ha dimostrato di essere chi fu protagonista negativo di episodi poco edificanti, ma ora consapevolmente cresciuto: Gennaro Gattuso da Corigliano Calabro, uno che la ruota, nella vita l’ha vista girare parecchio.
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