2019, l’anno della rivoluzione INTER: pace con l’UEFA, cambio di CAPITANO, arriva CONTE, LUKAKU per ICARDI. Riviviamo l’anno.

LETARGO
I fattacci di fine anno 2018 avvenuti durante il pre partita di Inter-Napoli costringono l’Inter a giocare le prime due partite senza pubblico, più una terza privi della presenza dell’intero settore del secondo anello verde, quello occupato dai ragazzi della Curva Nord. La Società prende le distanze ed avvia una campagna di sensibilizzazione contro il razzismo, con lo slogan BUU ossia Brothers Universally United e si dissocia contro ogni forma di discriminazione razziale, riempiendo le gradinate di ragazzi durante l’ottavo di Coppa Italia contro il Benevento. Quello sarà l’unico sorriso di una ripresa di campionato impietoso che vedrà l’Inter sconfitta sia nella trasferta di Torino contro i granata, che nella gara casalinga contro il Bologna, in cui Izzo e Santander condannano i nerazzurri in una crisi apparentemente senza fine a cui s’aggiunge l’eliminazione ai calci di rigore dalla Coppa Italia per mezzo della Lazio.

CAMBIO LEADER
Durante la sosta natalizia si muove qualcosa e sembra che all’Inter non voglia rimanerci più nessuno: Perisic chiede insistentemente la cessione senza però portare offerte concrete agli uomini mercato nerazzurro, Nainggolan non sembra intenzionato a proseguire la causa sposata solamente pochi mesi prima mentre a Icardi, in un continuo tira e molla tra rinnovi, polemiche ed uscite pubbliche indirette tramite la moglie-agente Wanda Nara, viene sfilata la fascia dal braccio. Un evento raro ed unico nel suo genere che porterà a sgretolare un rapporto ormai logoro tra il bomber argentino e la Società Inter.

DERBY SCACCIA EUROPA
Alla fine rimangono tutti con l’aggiunta di Cedric Soares che arriva in prestito dal Southampton per far fronte all’assenza di Vrsaljko che si vede costretto a lasciar anzitempo Milano per tornare in quel di Madrid a curarsi dal serio infortunio. Il portoghese vedrà poco il campo così come Mauro Icardi che di sua spontanea volontà decide di non partire con la squadra per la trasferta di Europa League di Vienna e di prendersi il tempo necessario per curarsi ad un problema al ginocchio che lo staff medico dell’Inter non conferma.
Con una rosa decimata per infortuni e strane assenze Spalletti rattoppa per quel che può senza però evitare l’uscita dall’Europa League in cui esordiscono nella partita di ritorno contro l’Eintracht di Francoforte i due baby Merola e Esposito.
Arriva però il derby che inaspettatamente risolleva il morale a giocatori e tifosi: Vecino, De Vrij e Lautaro Martinez ottengono i 3 punti scavalcando proprio i cugini rossoneri posizionandosi momentaneamente terzi in classifica.

DENTRO O FUORI
Nel frattempo l’Inter riprende fiducia e come l’anno precedente inizia la sua faticosa cavalcata verso la qualificazione alla Champions League, ultimo obbiettivo rimasto agli uomini di Spalletti. Icardi rientra e segna subito a Genova, Nainggolan fa il Nainggolan e regala al pubblico di San Siro un eurogol contro la capolista Juventus, mentre fuori dal campo la Società riesce nell’impresa di uscire dai fardelli del Financial Fair Play accontentando e rispettando le richieste dell’UEFA portando un po’ più margine di manovra in sede di mercato.
Intanto che Antonio Conte viene pizzicato sotto la sede dell’Inter (ufficialmente per acquistare divani) l’Inter incappa in una serie di pericolosi pareggi contro Udinese, Juventus, Roma e Atalanta che la costringono a giocarsi tutto all’ultima giornata contro l’Empoli, in casa, in corsa per non retrocedere.
Keita e Nainggolan vanno in rete ma chi regala la Champions ai nerazzurri sono D’Ambrosio e il neo capitano Handanovic che salvano il risultato con autentici miracoli.

CON-TE VINCERO’
Ottenuto il minimo con il massimo sforzo l’Inter decide di svoltare pagina e di ricominciare da zero. Marotta spedisce sul mercato Nainggolan e Icardi che nel frattempo ha giurato eterno amore per i colori del cielo e della notte. Conte viene ingaggiato per sostituire l’esonerato Spalletti, Oriali fa ritorno a casa e il tutto viene condito dal nuovo slogan “Not for everyone” come a testimoniare che l’Inter non è cosa per tutti. L’ambiente riprende fiducia e respira l’aria di una nuova era, testimoniata dai nuovi acquisti che nel frattempo iniziano ad arrivare: Godin a parametro zero dall’Atletico Madrid era tutt’altro che una sorpresa, Lazaro e il duo italiano Sensi e Barella entrambi finiti poco prima in orbita Milan (che nel frattempo rinuncia all’Europa patteggiando con l’UEFA). Politano viene riscattato dal Sassuolo, Biraghi ritorna a casa mentre i giovanissimi Agoumè, Bastoni e Di Marco entrano nel giro della prima squadra.
Chi fa il percorso inverso e si allontana da Appiano Gentile sono Perisic, Nainggolan, Miranda, Keita, Dalbert, Joao Mario e Cedric. Chi partirà, ma soltanto negli ultimi minuti di mercato, sarà Mauro Icardi che sceglie i milioni ed il blasone del PSG in prestito con diritto di riscatto.

INTER UNITED
La creatura di Conte inizia a crearsi eppure tra le tante amichevoli estive l’Inter propone un inedito attacco composto da Puscas, Longo e dal giovane Esposito. Una squadra che segue i dettami del nuovo allenatore ma che non riesce a concretizzare in fase offensiva per colpa di un attacco che ancora non vede un vero e proprio sostituto di Icardi. Nel frattempo Manolas passa al Napoli, Rabiot e De Ligt alla Juventus e all’Inter sembra mancare il colpo da prima pagina che però arriva dopo un lungo tira e molla in cui il Manchester United cede e Romelu Lukaku si convince a sposare la causa nerazzurra dopo essere stato ad un passo dalla Juventus; l’Inter sborsa la cifra record di 75 milioni di euro (bonus compresi) e si porta a casa la punta che Conte stava aspettando. Dzeko sfuma e negli ultimi giorni di mercato si concretizza anche l’arrivo di Alexis Sanchez che arriva in prestito secco sempre dallo United, ricomponendo così una coppia da gol arrugginita ma affamata e quindi potenzialmente letale.

INTER-ROTTA
Si arriva così ad agosto e al tanto atteso inizio di stagione in cui l’Inter parte col botto. 4 a 0 in casa contro il neo promosso Lecce in cui arriva la prima rete di Lukaku all’esordio con la maglia nerazzurra. Dopo pochi giorni si scoprono le carte sugli avversari nel girone di Champions League e l’urna, proprio come un anno prima, non sorride ai nerazzurri: Barcellona, Borussia Dortmund e Slavia Praga. Se però in campo internazionale l’Inter fatica e si fa rimontare nelle delicate sfide del proprio girone è in campionato che Conte e giocatori si ritagliano le maggiori soddisfazioni: nelle prime 6 partite arrivano 6 vittorie prima della sconfitta casalinga contro la Juventus, in cui i nerazzurri perdono anche il primato in classifica. A fine novembre però soltanto il Parma insieme ai bianconeri riuscirà a fermare il cammino dei nerazzurri che però dovranno far fronte ad un infortunio dietro l’altro: sotto i ferri finiscono Sanchez e Barella mentre Politano, Asamoah, D’Ambrosio, Sensi e Gagliardini complicano i piani dell’allenatore. Tra le note positive invece l’esordio in Champions prima e in campionato poi del baby Esposito.

AN AUTHENTIC CHRISTMAS
A fine anno saranno 42 i punti che l’Inter riuscirà a totalizzare in campionato. Un dato impressionante se si valutano non solo il valore della rosa, ma anche i continui incidenti di percorso che in un modo o nell’altro hanno depotenziato numericamente ed emotivamente la squadra nerazzurra. Il Barcellona in formato baby spedisce Lukaku e compagni in Europa League in cui sarà il Ludogorets a contendersi i sedicesimi di finale con i nerazzurri. E mentre Conte riceve dei proiettili come minaccia e litiga coi giornalisti annullando una conferenza a pochi minuti dalla stessa, l’Inter ritrova la vittoria dopo i brutti pareggi contro Roma e Fiorentina. L’ex eroe del Triplete Thiago Motta viene sconfitto da una prestazione super di Lukaku e dal gol su rigore di Esposito che diventa il secondo miglior giovane a segnare in campionato a San Siro nella storia dell’Inter. Società e tifosi attendono responsi in merito ai progetti esposti al Comune di Milano in merito al progetto di un nuovo stadio mentre nella classica Assemblea dei soci annuale emerge il dato record sui ricavi nerazzurri: +417 milioni a fronte di un passivo di 48,4 milioni in linea con le richieste UEFA.

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