W. BIANCHI: IBRA si prende le responsabilità che nessuno voleva. Diamo continuità a PIOLI. L’ingresso di DANIEL MALDINI da pelle d’oca. Un ONORE aver fatto parte di quel MILAN.
Durante l’appuntamento settimanale con CARTA CANTA, in onda ogni martedì dalle 18.30 alle 20.00 sulle frequenze di BSO Channel, lo scorso 04 febbraio è intervenuto al telefono l’ex rossonero Walter Bianchi, terzino che approdò al Milan di Arrigo Sacchi con cui conquistò uno Scudetto, una Coppa Campioni e una Supercoppa, nonostante una carriera travagliata da infortuni ed episodi sfortunati. Nella piacevolissima chiacchierata con Bianchi abbiamo analizzato il momento attuale della formazione di Pioli, l’avvicinamento al Derby, parlato di Ibra, di Pioli, dei suoi ricordi in rossonero, del modulo scelto dal tecnico.
Siamo nella settimana del Derby, come arriva il Milan a questa partita?
“La squadra arriva sicuramente risollevata nello spirito, dopo un inizio balordo, ma l’avvento di giocatori di personalità, mi riferisco a Ibrahimovic, nonostante l’età, ha dato qualcosa in più, anche se è evidente che non si tratta di un acquisto con prospettive future”.
Hai parlato di Ibra, è davvero fondamentale per questa squadra?
“Il Milan viene da anni in cui lo staff tecnico è cambiato ripetutamente, è cambiata la Proprietà e forse i giocatori sono passati da responsabili a vittime e viceversa… Ora Ibrahimovic si prende le responsabilità che nessuno era in grado di assumersi e Maldini e Boban sono stati bravi ad intervenire riportandolo al Milan”.
Come giudichi, Walter, il lavoro di Pioli?
“Conosco Stefano e il suo vice Murelli, ho apprezzato il lavoro e del suo staff all’Inter, dove fece bene fino al momento in cui la squadra mollò quando fu noto che non sarebbe stato più lui alla conduzione tecnica per la stagione successiva. Occorre dare continuità, mi auguro venga confermato, perchè abbiamo visto quanto abbiano fatto bene poi Pippo Inzaghi a Venezie e ora a Benevento, Brocchi al Monza e Mihajlovic a Bologna.
Nelle tue parole hai sempre grande affetto per questa maglia che hai indossato, pur senza avere la continuità spezzata dagli infortuni…
“Ho avuto la fortuna di assistere alla nascita di quel Milan grandioso e vedere domenica l’ingresso di Daniel Maldini, dopo aver giocato con Paolo, aver conosciuto babbo Cesare, mi ha provocato autentici brividi, da pelle d’oca. Sono innamorato del Milan e onorato di aver fatto parte per due anni di un gruppo vero che ha provocato emozioni, anche a chi non è tifoso del Milan”.
Il modulo del 4-4-2 scelto da pioli, è applicabile solo con la presenza di Ibrahimovic?
“Nel discorso tattico sono fondamentali le distanze, indipendentemente dal modulo, mi spiego: contro il Verona i nostri due attaccanti erano distanti, non hanno mai fatto reparto, sia in fase di possesso che di non possesso. Con Ibrahimovic, un punto di riferimento, anche se un tantino statico, il Milan ce l’ha. Per un centrocampista è fondamentale sapere che uno là davanti c’è, come per l’Inter di Conte è fondamentale avere Lukaku e Lautaro che si muovono così bene e in sintonia”.