Tomas Carlovich “El Trinche” una vita da Leggenda.

Milano – Ci sono storie e storie. Di campioni e di gregari. La differenza tra i due a volte è molto labile. Ci sono gregari più campioni dei campioni ma che restano gregari. Solo la memoria ne sancisce l’immensità. Questa non è una storia come un’altra. Parte da lontano e dalla sofferenza dell’emigrazione che forse segna per sempre. Tomas Felipe Carlovich, il “Maradona invisibile”, figlio di un emigrato croato in Argentina è una leggenda e non solo per il suo “doppio tunnel” ma soprattutto per la sua essenza. Quel modo di vivere trascorso quasi interamente a La Tablada, quartiere di Rosario, dove El Trinche amava stare più di ogni altro posto al mondo. Giocare a calcio, chiacchierare con gli amici al solito bar ed esser sereni vale più di tanti contratti milionari. Poi erano altri tempi. Più genuini. Per uno che ha giocato solo 4 partite in Primera essere una leggenda è tanta roba. Poi arriva una data il 5 Aprile del 1974 e la Selecciòn e tutta l’Argentina scoprono questo fenomeno con il look da rock star. A Rosario la Nazionale prepara il Mondiale in Germania e l’allora CT Cap e tutti i ragazzi della Selecciòn rimangono sbalorditi da quel numero 5 che giocava nel Rosario. Tutti a domandarsi come mai non giocasse in Nazionale e non fosse conosciuto. Per farla breve il Rosario batteva la Selecciòn 3-0 ed il CT Cap impose di far uscire dal campo El Trinche. La fama usciva da Rosario ed invadeva il lungo Paese del Sud America. Pare che El Trinche fosse stato vicinissimo pure al Milan dopo un’altra amichevole disputata quando giocava nell’ Independiente Rivadavia. Sarebbe stato bello vedere il suo sombrero alla Scala del Calcio. Certe storie passano però leggere come le canzoni. La vita del Trinche è una poesia. Una volta disse << Non conservo neanche un vecchio giornale, né foto né niente. Mi fa male ricordare gli anni in cui sono stato felice. Giocare a calcio era la mia vita>>. La vita è semantica e per ognuno la prospettiva è differente soprattutto in un epoca social in cui anche un piatto di un ristorante va condiviso più vissuto. El Trinche è leggenda e le leggende non sono mai banali. Ha giocato fino a 39 anni sempre in piccole realtà dove le luci sono offuscate dalla polvere. A Rosario è cittadino onorario prima di un certo Leo Messi. Gli è stata offerta la politica come si fa con un caffè ma ha rifiutato. La malinconia per la morte della moglie e dei fratelli ha segnato la sua esistenza. Pochi mesi prima della morte l’incontro con il Maradona reale sempre a Rosario. Lì El Pibe de oro ha dedicato a Tomas questa maglia << Per il Trinche che è stato migliore di me>>. Un incontro più che da Libro Cuore da leggenda. Carlovich dopo aver incontrato Diego disse << Dopo questo incontro posso andarmene tranquillamente>>. Nemmeno due mesi ed El Trinche se n’è andato davvero. Hanno tentato di rubargli la bici nella sua Rosario e durante la caduta è andato in coma. Due giorni ed il “Maradona invisibile” ha lasciato questa vita. Il suo ricordo, come la sua vita è da sempre leggenda.

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