Le PAGELLE nerazzurre di Inter-Shakhtar Donetsk 5-0. SEMIFINALE DI EUROPA LEAGUE
Handanovic 6,5: Un unico vero grande intervento, quello sul risultato ancora fermo sull’1 a 0, a due passi dalla linea. Per quanto comanda i suoi Conte ha trovato il suo vice… in campo.
Godin 6,5: Ora non ci sorprende più. Affidabile e poco elegante quando c’è da esserlo.
De Vrij 6,5: Bravo a non farsi sfuggire l’avversario. Temporeggia quasi sempre nel momento giusto.
Bastoni 6,5: Nell’area piccola pare il più sicuro nell’uscire palla al piede. Anche oggi grande prestazione nonostante la giovane età.
D’Ambrosio 7: È il suo momento. Ancora in gol ed ora è lui il padrone della corsia di destra… Hackimi è avvisato (dal 81’ Moses: S.V.).
Barella 8: Se si è attenti lo si può ancora vedere in giro per il campo a correre. Bravissimo nel servire l’assist per il gol che sblocca il risultato.
Brozovic 6,5: Riesce a smarcarsi bene e gestire il controllo del pallone oltre che a recuperare qualche buon pallone in mezzo al campo. Batte lui il corner che porta al raddoppio (dal 85’ Sensi: S.V.).
Gagliardini 6,5:La sua fisicità è arma in più nell’arsenale di mister Conte. Peccato per quel pallone allungato troppo…
Young 6: Attento a coprire le scorribande nella sua corsia. Lo si vede poco però in fase offensiva (dal 66’ Biraghi 6: Sprazzi di gioco per guadagnarsi un posto in finale).
Martinez 8,5: Si getta alle spalle le ultime prestazioni incolori e senza gol dando spettacolo alla sua prima semifinale europea. Doppietta, assist per Lukaku e quella ritrovata grinta che mancava da troppo tempo (dal 81’ Eriksen: S.V.).
Lukaku 7,5: Sembra non digerire più di tanto l’imprecisione dei suoi compagni. Vagheggia per il campo fino a quando non decide di mettersi in proprio e segnare una doppietta che porta l’Inter dritta in finale (dal 85’ Esposito: S.V.).
Conte 8: L’uomo delle “occasioni perse” risponde con un 5 a 0 ed una partita preparata in maniera perfetta tatticamente. Mantiene il vantaggio nel primo tempo per poi dilagare nel secondo. Eriksen? Squadra che vince non si cambia.