“Caro BABBO NATALE, il REGALO che vorrei…”. Lettera aperta di un tifoso della DEA.
Pubblichiamo la lettera aperta di Yari Gamba, tifoso atalantino e più volte ospite della nostra trasmissione CARTA CANTA in onda ogni lunedì dalle 20 alle 21.30 sulle frequenze di BSO Channel.
Eccoci qua… a un anno esatto dalla mia precedente lettera, mi ritrovo ancora a sentire l’esigenza di condividere con voi, popolo atalantino, le mie sensazioni… le mie emozioni.
Purtroppo, a differenza della volta scorsa, non è la gioia di un risultato incredibile a far muovere le mie dita su questi tasti, bensì l’esatto opposto…
Oggi mi sento avvolto dallo sconforto. Perché (come penso molti di voi) ritengo che oggi sia una triste giornata per la storia della nostra tanto amata DEA.
Credo di aver avvertito una sensazione simile soltanto quella mattina, quando appresi dell’avvenuto arresto di Cristiano Doni per le motivazioni che tutti conosciamo e che tanto ci hanno fatto soffrire.
Cristiano, il Papu… entrambi capitani dell’Atalanta, la nostra Atalanta.
Che sia un caso che due dei capitani tra i più rappresentativi degli ultimi anni debbano finire la loro storia, ai piedi di città alta, in questa maniera? Con uno strappo, netto, doloroso.
Ho sempre immaginato, sia per uno sia per l’altro, che potessero finire la loro carriera indossando quella maglia, sudata, sempre. E invece ci troviamo di nuovo di fronte a una situazione drastica… Ma dopo questo preambolo vado a esprimervi alcune mie considerazioni su quello che sta succedendo. Non è mia intenzione accendere un dibattito o polemica sul chi ha ragione e chi no, perché signori miei qui, a mio parere, ci perdiamo tutti.
Per cominciare vorrei poter godere ancora di questa grande qualificazione ottenuta con grande merito agli ottavi e sapere che incontreremo il Real Madrid in febbraio mi rende orgoglioso e contento… Peccato solo non poter seguire i nostri beniamini in trasferta… Quest’anno avremmo potuto vedere Anfield e il Bernabeu ( immagino che senza la chiusura degli stadi il Real avrebbe disputato lì la competizione).
Dico “vorrei” perché nonostante sia contentissimo del risultato, non ho potuto godere appieno di questa esperienza a causa di tutto ciò che sta accadendo fuori dal campo.
Ora vi dico, o almeno proverò a spiegarvi, del perché mi sento così triste.
Tralasciando gli eventi di cronaca, sia quelli accertati sia quelli inventati dai “fenomeni da vocali” e ricordando che la verità la sanno soltanto i diretti interessati, penso che si sia arrivati a questo punto di rottura non nel giro di pochi giorni, ma bensì in un periodo più lungo. La mia personale opinione è che si sia iniziato a sentire qualche scricchiolio già dopo la prima sosta delle nazionali.
Ritengo che da questa storia ne usciremo tutti con almeno un rammarico per come è andata e/o per come poteva andare. Cercherò comunque di soffermarmi più sull’aspetto emotivo ed umano tralasciando quello tecnico.
Premetto che sono dell’idea che, se siamo arrivati dove siamo ora, il merito va in gran parte al nostro grande allenatore. Amo il Gasperini allenatore, e gli farei una statua se solo sapessi scolpire il marmo, ma a seguire le sue idee abbiamo avuto un incredibile gruppo di ragazzi disponibili e che non hanno mai mancato di impegnarsi nelle “battaglie” passate e quelle che saranno. Detto questo..
Gomez è stato, come sappiamo tutti, un giocatore veramente incredibile negli ultimi anni. Sono stato molto critico nei suoi confronti in periodi passati, perché ritenevo non fosse decisivo nei momenti clou. Va detto però che dalla stagione scorsa il Papu ha fatto un vero salto di qualità in termini di rendimento, insomma era diventato quel “fuoriclasse” che credevamo di avere e che meritavamo di avere. Era finalmente diventato un vero leader, il capitano… il mio capitano. In lui mi riconoscevo e riconoscevo i tratti che tanto cerchiamo nei nostri beniamini, ovvero impegno e rispetto per i colori di questa maglia e questa città.
Per questo non mi sento di condannare a prescindere il Papu. Mi spiego meglio, va condannato ogni tipo di atteggiamento aggressivo e di mancanza di rispetto verso compagni e staff tecnico. E se è vero che si è comportato male è giusto prendere provvedimenti, ma credo che, comunque, vada valutata la situazione generale nella sua interezza.
Credo che sopratutto in questi anni fantastici i “nostri” ragazzi si trovino una a fronteggiare una pressione che, forse, mai nella storia della DEA si era avvertita.
Ci diciamo sempre che i calciatori sono ben pagati (troppo a mio parere, ma questo è un altro discorso) ma ci dimentichiamo, se non sempre, spesso che sono esseri umani anche loro, e che il calcio comunque non è si un lavoro, ma non è l’esercito dove chi comanda non deve mai e poi mai essere messo in discussione. Voglio credere che ci possa essere un dibattito, un confronto, se utile alla risoluzione di problemi o per correggere qualche piccolo meccanismo. Non mi sono mai piaciuti i padri e padroni…
Ritengo che, come i calciatori hanno i loro doveri, anche gli allenatori abbiano i loro, che non consistono soltanto nel pianificare allenamenti e partite; ancor più importante è il compito di tenere unito lo spogliatoio.
E se è vero che il Gomez ha sbagliato nella sua reazione, allora anche Gasperini ha qualche colpa nell’aver portato sino a questo punto la situazione. Quindi se tutti facessero un passo verso l’altro, forse la “pace” non sarebbe così un’utopia.
Spero vivamente che si possa trovare un punto di incontro, una soluzione a tutto questo perché, oggi, l’Atalanta non può fare a meno del suo Gasperini come non può fare a meno del suo Papu, a prescindere dall’aspetto tecnico.
Forse io non posso fare a meno del Papu…
Ritengo che Gasperini abbia “creato” questo Gomez e allo stesso tempo Gomez abbia contribuito a creare il fenomeno Gasperini a Bergamo. La sinergia che si era venuta a creare tra di loro sul campo ha dato frutto a questa equazione, quasi perfetta, che tanto abbiamo apprezzato e amato nelle domeniche di questi ultimi anni.
Mi si spezzerebbe il cuore vedere il Papu vestire un’altra maglia come mi si spezzerà il cuore quando il Gasp (spero il più tardi possibile) se ne andrà da Bergamo.
Ci sarebbero così tante cose da dire che, forse, nemmeno riesco ad esprimerle e sicuramente mi sono già dilungato abbastanza annoiandovi, poveri lettori…
Sto cercando un finale a questo pezzo e penso che forse non è una lettera destinata a voi… forse… questa è la mia lettera per Babbo Natale. Si! Quest’anno il regalo che vorrei per Natale è che si ritorni tutti ad essere una famiglia felice e che la nostra DEA torni presto a farci sognare tutti con le sue “notti magiche” europee e rivedere i balletti del Gasp nello spogliatoio festante…nessuno escluso.
Questo è il regalo che vorrei.
Yari
foto diarionerazzutto.it