Caro GIGIO, ti scrivo… (Lettera aperta).
Faccio una premessa: da ragazzino giocavo in porta, pur se con pessimi risultati. Ma l’amore per il ruolo è ancora in me molto presente. Il portiere non è un giocatore di calcio, il portiere è il portiere. Allenamenti diversi, regole diverse. Ti può allenare e capire solo chi è stato portiere. Qualche anno fa mi sono “innamorato” di Gigio, un ragazzino che frequentava lo stesso Istituto scolastico di mio figlio e che riusciva a giocare a San Siro senza avere alcuna paura. In tanti anni ho visto fior di campioni farsela addosso alla ‘Scala del Calcio’. Pian piano l’ho visto diventare l’idolo dei tifosi e fare parate da grande portiere, il tutto fino ad arrivare allo scabroso rinnovo del contratto, dove la vecchia Proprietà (per mano di Galliani) per fare un dispetto alla Nuova, lasciò a questa la patata bollente del contratto di Gigio. Il resto è cosa nota: Raiola, con l’appoggio di Donnarumma e della sua famiglia, strappa un contratto faraonico che rende il numero novantanove rossonero il più antipatico d’Italia, non solo per quanto guadagna, ma per quello che il suo Procuratore dice sul Milan, sui suoi tifosi e addirittura sulla Nazionale Italiana. Tutto ciò premesso, Gigio rimane uni tra i più forti in circolazione e se il Milan arriverà solo sesto o settimo, l’ultimo ad avere colpe sarà il suo portiere. Ci tengo comunque a far sapere che spesso ho chiesto ad ex portieri di serie A e loro preparatori, non a fruttivendoli, macellai, ecc. che sui Social si improvvisano esperti, cosa pensassero di Gigio Donnarumma: la parola peggiore è sempre stata ‘fantastico’. Concludo con un appello accorato: Gigio, consiglio da padre: cambia Procuratore e resta al Milan. Quella, è casa tua.
Scritto da Vincenzo Matrone
foto Gazzetta.it