UNA “CAZZIMMA” NON SI NEGA A NESSUNO!
Curioso il nostro campionato, o meglio la nostra cultura sportiva! Tutti lì ad ascoltare come le allegre comari cosa dice l’uno e cosa rimbrotta l’altro. È un proprio un brusio da portierato! E non me ne vogliano le portinaie, tra parentesi razza in estinzione…! Eppure di calcio giocato ce ne sarebbe tanto da parlare amabilmente e discutere pure con calcolate dosi di ammirazione per un campionato che ho sempre reputato interessante e avvincente dall’inizio alla fine. E invece assistiamo a dichiarazioni che hanno il sapore dell’alibi (la cazzimma), dove al contrario non ce ne sarebbe bisogno.
Prendete il Napoli. È il Napoli che ha fatto più punti nella sua storia, ma sembra non bastare a De Laurentiis e a Sarri. Il presidente incolpa l’insuccesso per non aver vinto lo scudetto (insuccesso?), alla VAR e addebitando velatamente – ma neanche tanto velatamente – qualche colpa al suo allenatore, colpevole di aver “cucinato” troppo gli undici titolari e di aver sfruttato poco la rosa. Allora tutte le squadre potrebbero rivendicare qualcosa, riallacciandosi agli otto punti di cui De Laurentis va lamentandosi! Li rivendicherebbe persino il Crotone, che con otto punti in più sarebbe matematicamente salvo da qualche settimana! E che dire di Sarri che afferma di aver perso lo scudetto nell’albergo di Firenze dopo aver assistito alla fatidica Inter-Juventus 2-3 assieme a tutta la squadra? È un’affermazione, quella dell’allenatore napoletano, che, da un lato legittima la sua arrendevolezza psicologica all’interno del gruppo, ma dall’altra crea un alibi (la cazzimma) per un epilogo negativo non dipendente dal Napoli ma da forze occulte… Elogiare il punti realizzati e il gioco mostrato dal Napoli, no?
E poi il caso Donnarumma, dove sembra che tutte le parti in causa abbiano concorso a creare uno psicodramma all’interno del Milan. È vero che abbiamo assistito a un teatrino indecente (Mirabelli, Raiola, soldi, contratto, Famiglia Donnarumma, Gigio, Psg, Juventus, nuovo contratto, ecc…) e che probabilmente il tifoso ne ha pieni i “cabbassisi”, ma è pur vero che l’annata non esaltante del Milan non passa dalle due topiche di Donnarumma in finale Coppa Italia o dal pareggio di Masiello al 93’ di Bergamo. O il tifoso milanista pensava veramente di poter vincere con questa Juventus e accedere direttamente all’Europa League risollevando la stagione nefasta? Donnarumma è un caso, ma pensare che una volta liberatosene si sistemino tutte le cose per incanto, è una vera utopia. Di sicuro è necessario ripartire da ciò che di buono è emerso durante l’anno, non di sicuro dalla rabbia indirizzata verso il proprio portiere. Del resto il tifoso deve canalizzare la rabbia verso qualcuno.
Prendiamo ora l’Inter. Nella partita con la Juventus, Spalletti si trova in 10 contro 11 a 10 minuti dalla fine e sul risultato di 2-1. La squadra è cotta, la Juve si butta disperatamente all’arrembaggio e butta dentro le forze fresche come Bernardeschi e Dybala. Spalletti opera le sue scelte rinfrescando il centrocampo e rinforzando la difesa. L’Inter subisce ugualmente due goal negli ultimi minuti e perde, e Spalletti diventa per il tifoso rabbioso il capro espiatorio su cui vomitare tutta la propria insoddisfazione. Ma al di là delle scelte, plausibili o opinabili che siano, è normale che non si guardi ai precedenti 80 minuti di disposizione in campo dove l’Inter è stata padrona del gioco in inferiorità numerica? A me basta questo per comprendere la bravura di Spalletti anche se non ha vinto. Al tifoso tradizionale invece no, ha bisogno della “cazzimma”.
Infine in casa Juventus troviamo le dichiarazioni bordata di Chiellini: “Ringrazio i nostri avversari: dall’inizio della stagione hanno sempre parlato di Var, poi l’arbitro, il bel gioco, le finali, i fuochi d’artificio e non hanno mai smesso di darci nuova linfa. Alla Juventus non devi toccare l’orgoglio. E poi avremmo meritato più rispetto da parte di tutti, e ora festeggeremo a dispetto di tutto e tutti”. Invece di elogiare il campionato del Napoli, conferendone merito e di conseguenza aumentando il valore dell’impresa della Juve, si toglie invece, anche banalmente, qualche sassolino dalla scarpa. Peccato che Chiellini non si ricordi di giocare nella squadra più forte del campionato italiano. Vincere in questi anni è un obbligo per la levatura dimostrata dalla Juventus a tutti livelli… Se poi Chiellini vuole anche darci una spiegazione sul mancato secondo giallo a Pianijc in Inter-Juventus ci farebbe un bel piacere… Del resto una “cazzimma” non si nega a nessuno…
Fulvio Floridia – checalciochefa.com