Le nostre SCHEDE: BORJA VALERO, professore scuola Real, dopo il flop inglese e la consacrazione in Viola.
Tanta tecnica per lo spagnolo che per sua scelta avrebbe potuto difendere i colori della nostra Nazionale. Riconoscimenti individuali che non l’hanno mai portato ad una convocazione ufficiale.
Borja Valero Iglesias è il giocatore che ogni squadra di calcio vorrebbe avere anche quando non è collocato tra i titolarissimi. Esempio in campo e fuori, mai una parola sopra le righe, fin troppo silenzioso, il Professore (così viene tutt’oggi soprannominato) ha il calcio tra i piedi. Tecnicamente completo, un giocatore d’altri tempi, uno con delle caratteristiche che vanno al di fuori da quello che il calcio d’oggi impone, ossia fisico e velocità. Cresce nelle giovanili del Real Madrid con cui riesce ad esordire in prima squadra e giocare uno spezzone di gara in Champions League. Passa al Maiorca dopo aver vinto quello che fino a questo momento sarà il primo e unico titolo per Club della sua carriera, la Liga spagnola. Non entusiasma nel campionato inglese con la maglia del West Bromwich che lo rigira in prestito al Maiorca prima e al Villareal poi, che sceglierà di riscattarlo. Passa alla Fiorentina dopo la retrocessione con il sottomarino giallo. Un legame ai colori e alla città di Firenze che solo l’Inter, nell’estate 2017, interromperà.
Curiosità: segna il primo gol in Liga nello stesso giorno in cui l’Inter festeggia i suoi primi cento anni di storia.
Arriva all’Inter nell’estate che avrebbe dovuto accompagnare lo slogan “Inter is coming” con tanti nomi pregiati. Tra quella campagna apparentemente deludente il nome che spicca è il suo, nonostante per strapparlo alla Fiorentina servano “solamente” 5,5 milioni di euro. Con lui arriverà anche Matías Vecino, l’uomo che cambierà la storia recente neroazzurra. Borja Valero lascia Firenze per imporre il suo stile in una squadra scarna di tecnica, soprattutto in un reparto che negli ultimi anni non ha mai avuto un vero e proprio regista o giocatore dai piedi buoni. Kovacic a parte (acerbo) nell’era post Triplete si sono susseguiti giocatori cui la forza principale era la rottura di gioco.
Dopo quasi un anno e mezzo di Inter si può dire che Borja si sta rivelando più utile ora che al suo arrivo: in una stagione esaltante quanto travagliata come quella dell’anno scorso lo spagnolo ha avuto difficoltà prima e discontinuità poi ad integrarsi nello scacchiere Spallettiano. Provato da trequartista non ha reso quanto si ci sarebbe aspettato mentre in mediana, tolta la prima parte di stagione, è stato scavalcato dalla crescita esponenziale di Brozovic che trovava in Gagliardini il suo compagno di reparto ideale.
Ora invece Valero è un giocatore fondamentale. La sua poca tenuta fisica impone al tecnico di Certaldo a centellinare il suo minutaggio che, fino ad oggi, risulta qualitativamente importante. Entrato quasi sempre a gara in corsa è risultato fondamentale nei pochi minuti giocati nelle due prime gare del girone in Champions League per poi ritagliarsi un posto da titolare nella sfida del Camp Nou vista l’assenza di Nainggolan.
La gara interna vinta contro il Cagliari e giocata dall’inizio è stata la conferma di quanto Borja Valero possa ancora dare il suo contributo in una competizione che latita dal punto di vista tecnico: uscito quando il suo serbatoio era in riserva, San Siro gli ha attribuito una standing ovation che vale più di qualsiasi altro titolo mai ottenuto.
foto fcinter1908.it