Ecco MONTELLA un anno dopo: GATTUSO? Non doveva giudicare la mia preparazione fisica… BONUCCI? la fascia di capitano fu imposta dalla società

Nell’anniversario appena celebrato, che coincide con il primo anno di permanenza rossonera per Ivan Gennaro Gattuso, un’altra ricorrenza interviene  in questo periodo, l’addio di Vincenzo Montella. Si, perchè se il grintoso tecnico calabrese a distanza di 365 giorni atterrò nel suo caro pianeta Milan, il tecnico campano, più precisamente di Pomigliano D’arco, decollò via per sempre, con qualche rimorso e strascico polemico. Look casual e barba incolta, così si è presentato ai microfoni di Sky e Gazzetta dello Sport, in un’intervista/confessione dal tono un pò amaro. I temi caldi delle dichiarazioni si concentrano per lo più nell’ambito della  preparazione atletica. Argomento che ha non poco infastidito l’ex allenatore tra le altre di Fiorentina e Roma. Probabilmente ci si riferisce ai primi mesi del tecnico calabrese, quando la situazione non era proprio delle migliori, con il rocambolesco gol di Brignoli a Benevento (tral’altro sul podio a concorrere come miglior rete della passata stagione al Gran Galà del Calcio) a suggellare uno dei punti più bassi della storia rossonera. Gattuso confidò alla stampa di non aver trovato una squadra così pronta e organizzata sopratutto a livello fisico. Montella ha ribadito il concetto: “Un conto è quanto corri, un altro l’intensità che ci metti”. Segnale che fa intuire la poca sintonia con la squadra nei suoi ultimi periodi rossoneri.

Altro tema interessante dell’intervista si concentra sull’ex capitano Leonardo Bonucci: “La fascia l’aveva promessa la Società. Io lo chiamai al telefono e gli dissi che si può essere leader anche senza fascia. La Società mi costrinse a scegliere un giocatore del nuovo corso, e poteva anche essere giusto. Pensai a Leo e Biglia, che non fu proprio entusiasta dell’idea”.

Tra i tanti sorrisetti e sorrisoni che contraddistinsero la permanenza del tecnico campano, rimane il fatto che l’ultima Coppa ottenuta dalla squadra di via Aldo Rossi ha il marchio dell’aereoplanino. I tifosi rossoneri hanno ancora impresso nella mente i rigori di quella finale di Doha, contro una Juve che era già nel pieno della sua invicibilità. E a riguardo il tecnico aggiunge “Razionalmente sarei dovuto andar via dopo quella vittoria. Ma al Milan ero e sono legato e grato. La voglia di continuare era troppa, come l’orgoglio di aver sollevato un trofeo contro una squadra imbattibile, ma la lucidità poca”.

In fine un piccolo accenno anche su Andre’ Silva e sugli obiettivi di mercato dell’epoca “Avevamo trattato anche Morata e Batshuayi, ma alla fine con il budget rimasto era difficile prendere uno più forte di lui”.

 

 

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