#IZBACK. La conferenza a CASA MILAN. IBRA si prende la scena: gli sguardi, le battute, la voglia di tornare al MILAN. Pronto a giocare subito. L’abbraccio dei tifosi.

Dopo l’atterraggio a Linate, le visite mediche di rito, il ritorno a Milanello, il saluto a mister Pioli, arriva il giorno dedicato alla conferenza stampa di presentazione per Zlatan Ibrahimovic. Il 3 gennaio 2020 a Casa Milan segna il ritorno, lo hanno battezzato #IZBACK, del ragazzotto di trentotto anni, tirato a lucido, pronto a rispondere alle domande dei colleghi giornalisti venuti da ogni dove, poi scendere le scalinate della Sede di via Aldo Rossi e farsi acclamare come una star, come è ormai sua abitudine consolidata. Ma partiamo dalla conferenza: la sala è sold out come nelle occasioni più esclusive, giornalisti assiepati e curiosi di rivedere quegli occhi vispi, attenti, furbi e magnetici che Ibra sfoggia sin dalle sue prime battute. Gli chiedono della sua capacità e voglia di leadership, lui abbozza inconsapevolezza, ma lo sguardo manifesta la coscienza di chi è stato richiamato dopo anni (ribadisce di non essere stato lui a voler lasciare il Milan) per sistemare le cose… Zlatan torna sul rapporto profondo con i tifosi del Milan, ne invoca il supporto, li chiama allo Stadio (cinquantamila, sono i biglietti già venduti per Milan vs Sampdoria). Ibrahimovic regge da solo l’incontro con la stampa, il palcoscenico è il suo e lui si muove con agio, sicurezza e la giusta ironia. Sorride, scherza con i colleghi più maturi e da più anni vicini al Mondo Milan, confessa che il suo telefono, dopo la bruciante sconfitta di Bergamo, ha suonato più volte, convincendolo ad accettare la sfida che con Leonardo non si era sentito ancora di intraprendere, volendo prima testare la propria fisicità al rientro da un lungo infortunio. Ibra sembra vestire i panni del giocatore e uomo improvvisamente umile, quando ammette che l’età non gli potrà certo permettere le movenze e le gesta di quando era solo trentenne, ma torna, fortunatamente lui, quando subito precisa che le spallate le sa dare ancora, che se ci sarà bisogno tirerà da quaranta metri se non potrà avvicinarsi alla porta come un tempo… Stuzzicato, non esita a dire che gli anni non lo hanno certo reso più buono e indulgente verso i compagni meno attenti e concentrati, si dichiara più cattivo, quindi l’avvertimento è esplicito. Come sta fisicamente, Ibrahimovic? Dice di essersi allenato molto in questo periodo, pur senza aver confidenza con il pallone, ma si dichiara pronto a scappare a Milanello, dove lo attende la prima partitella. Intende fugare ogni dubbio quando dice di non essere tornato per fare la mascotte, che la passione per questo sport, la felicità di giocare per l’AC MILAN e la ‘conoscenza della materia’ compenseranno le caratteristiche anagrafiche. Ibra si mette a disposizione per migliorare squadra e classifica, ma è chiaro a tutti che intenderà esserne il condottiero. Quando gli ricordano quanto si fosse trovato bene con giocatori abili ad inserirsi come Nocerino, non esita a stoppare l’interlocutore, per chiarire come fosse stato Nocerino a trovarsi a suo agio con lui… Troppo pochi i trenta minuti concessi per ascoltare e riscoprire tutti i propositi di Ibrahimovic ma c’è chi giura di vederlo più presto del previsto vestire la maglia da titolare, dare la scossa che l’ambiente gli urla a gran voce, quando le porte a vetri di Casa Milan si aprono e la camminata fiera e sicura di Zlatan lo accompagna al tributo dei tifosi smaniosi di urlarne il nome e dedicargli l’antico coro. Ma è tempo di tornare a respirare l’aria di Milanello, il profumo dell’erba che Ibra cita in conferenza, di conoscere quei compagni che ora sono ufficialmente iscritti a quel corso di ‘appartenenza’ che la Scuola Ibrahimovic ha ufficialmente aperto, oggi 3 gennaio 2020. #IZBACK , l’atmosfera è cambiata, ora la parola al campo, il vero unico giudice di questo splendido sport.

foto cartacantaweb

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